Nel 1976, i
lander gemelli della missione condussero i primi, attesi esperimenti per cercare molecole organiche sul suolo marziano: si pensava che il pianeta, bombardato di micrometeoriti, dovesse esserne ricoperto, ma l'esito globale dei tre test previsti sul suolo fu negativo, con prevedibile stupore degli scienziati.
Sull'accaduto si susseguirono diverse spiegazioni, fino a che nel 2008, un altro lander della Nasa, Phoenix, non rintracciò sulla superficie di Marte un sale inaspettato: il perclorato. Sulla Terra, questa sostanza è usata come propellente per i razzi e nei fuochi d'artificio, perché esplosiva alle alte temperature. Su Marte fa più freddo e questo rischio non sussiste, tuttavia i
lander Viking dovettero riscaldare i campioni per "annusare" le componenti costituenti del suolo marziano. La presenza di perclorato nel suolo potrebbe aver fatto bruciare ogni traccia di molecola organica, cancellandola dai campioni.